mercoledì 20 marzo 2013

"Singula post ova | pocula sume nova" (MITO 1)




Inizierei questa serie (I MITI), come inizio ogni mattina, cioè con le ingiustamente malfamate uova di gallina.
In medicina cinese si tratta di un alimento prezioso, poiché è in grado di fornire l’energia più pura. La logica ci viene in aiuto se pensiamo che l’uovo ha in se la potenzialità di generare una vita, questo vale anche per i semi di cui parleremo a parte.
Purtroppo per anni le uova sono state demonizzate per via del loro contenuto grasso,
come se il grasso fosse il nemico assoluto (leggi anche: "Grasso è intelligente"), sono state bandite dalle diete dei soggetti ipercolesterolemici e ridotte al minimo nei soggetti sani per prevenire l’ipercolesterolemia e di conseguenza ridurre il rischio cardiovascolare.
Finalmente nel 2011 è stato pubblicato uno studio coinvolgente 14.185 soggetti divisi per gruppi a seconda del consumo settimanale di uova (<1, 1, da 2 a 4, >4), questi sono stati rivalutati ogni due anni per sei anni in cui si sono accertati 91 nuovi casi di patologia cardiovascolari e non è stata trovata una correlazione tra il consumo di uova e la comparsa di malattia.

ATTENZIONE PERO'

Le uova devono essere biologiche, cioè quelle contrassegnate da uno 0 (zero) che precede IT (vedi immagine a fianco) oppure di vostra nonna. Lo zero sta per allevamento biologico, le galline sono libere, vivono all'aperto e consumano solo alimenti biologici. Questo non è importante solo per un fatto etico, ma anche per la salute, infatti le uova da allevamento in batteria (anche da allevamento cosiddetto "a terra") hanno un più elevato contenuto di Omega 6 rispetto al contenuto di Omega 3 (rapporto invertito nelle uova biologiche). Il rapporto sbilanciato a favore degli Omega 6 risulta in un effetto PRO-infiammatorio, il contrario, cioè un rapporto a favore degli Omega 3 risulta invece in un effetto ANTI-infiammatorio.

E il vino? Ne parlo qui!


Bibliografia

Zazpe I et al
Egg consumption and risk of cardiovascular disease in the SUN Project.
Eur J Clin Nutr. 2011 Jun;65(6):676-82.

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