mercoledì 20 marzo 2013

Mangiare il bifidobacterium o dargli da mangiare? (In vino veritas…) (MITO 6)



Negli ultimi 20 anni diversi studi di popolazione e trial clinici randomizzati hanno studiato l'effetto delle bevande alcoliche sul rischio di patologie croniche, tutto è nato dal cosiddetto "paradosso francese", si notò che nella popolazione francese, a fronte di un elevato consumo procapite di formaggi ricchi di acidi grassi saturi, la mortalità per patologie cardiovascolari fosse inferiore, rispetto a paesi con simili abitudini alimentari, questo venne attribuito al modico, ma regolare consumo di vino rosso, e si cominciò a studiarlo. Ma cosa della bevanda ha l'effetto desiderato? I polifenoli? L'alcol?


Gli studi hanno dunque confrontato il consumo del solo alcol, dei soli polifenoli e della loro combinazione su soggetti sani e anche su soggetti affetti da patologie croniche, la letteratura è molto ricca.
Tutti hanno dimostrato come il minimo o moderato consumo di vino abbia un effetto positivo sulla riduzione della malattia coronarica, dell'ictus, dell'arteriopatia periferica, dello scompenso cardiaco, dell'invecchiamento cerebrale, quindi sulla demenza, e di diverse neoplasie (ad esempio, colon, ovaio e prostata). L'effetto protettivo di un modico consumo di vino è sicuramente in parte legato alla presenza di polifenoli che hanno un effetto antiossidante, anticancerogenico, antinfiammatorio, ipotensivo, anticoagulante e riducono l'indice glicemico quindi l'assorbimento dei carboidrati (quest'ultimo è un effetto proprio dei polifenoli di cui, oltre che la frutta e le verdura fresca ne è ricco anche il tè, il caffè…e la cioccolata, fondente ovviamente di cui parleremo prossimamente).
In parte l'effetto è legato alla preseneza dell'alcol stesso, ma la sinergia tra i polifenoli e l'alcol è la chiave vincente.  Anche un modico consumo di birra, pur contenendo una quantità inferiore di polifenoli ha dimostrato un effetto protettivo sulle stesse patologie croniche, ma questa è stata meno studiata rispetto al vino rosso. 

Nel 2012 è stato pubblicato dall'American Journal of Nutrition il primo studio eseguito in vivo sulla variazione della flora intestinale in seguito all'assunzione regolare di modiche quantità di vino rosso.
Sono stati studiati 10 individui sani (piccolo ma interessante), lo studio è stato diviso in 4 periodi il primo di 15 giorni di wash out, in cui i partecipanti non hanno assunto alcuna bevanda alcolica, gli altri 3 periodi di 20 giorni in cui gli stessi hanno assunto nell'ordine: vino rosso analcolico, vino rosso e in fine gin. I risultati hanno mostrato come l'assunzione sia di vino analcolico che di vino rosso, a differenza della non assunzione di alcuna bevanda e dell'assunzione di gin modificasse in senso positivo la flora intestinale, ma con alcune differenze che in sintesi mostrano come l'assunzione di polifenoli insieme all'etanolo (vino rosso) rispetto al solo etanolo (gin) ed ai soli polifenoli (vino dealcolizzato, che ha un profilo un po' diverso ma comunque positivo) favorisca lo sviluppo di flora batterica positiva tra i tanti il famoso Bifidobacterium, ed i meno famosi ma molto utili Eggerthella lenta e Bacteroides uniformis questi ultimi due si sono dimostrati in grado di degradare il resveratrolo (uno dei principali polifenoli) in deidroresveratrolo una sostanza con effetto antiproliferativo sulle cellule cancerose prostatiche. 
Lo stesso studio ha dimostrato come in seguito all'assunzione sia di vino che di vino analcolico i valori di pressione arteriosa e di trigliceridi fossero significativamente inferiori, l'assunzione regolare di vino rosso si correla inoltre ad un inferiore tasso di colesterolo totale  probabilmente degradato dal metabolismo del Bifidobacterium coinvolto inoltre nella riduzione dello stato infiammatorio evidenziata da una significativa riduzione di PCR (proteina C reattiva). In sintesi l'assunzione regolare di vino rosso modifica la flora intestinale in senso positivo inibendo i generi patogeni e favorendo quelli utili alla salute dell'ospite (noi). Pressione arteriosa più bassa, colesterolo, trigliceridi e stato infiammatorio ridotto insieme vogliono dire riduzione del rischio cardiovascolare. Ecco cosa c'è sotto al cosiddetto "paradosso francese" che ho studiato all'università, questo non vuol dire che adesso potete abbondare con vino e formaggi….andeteci piano!
Non dimentichiamo ovviamente che, al contrario, l'abuso di alcolici è causa di gravissime patologie croniche come la cirrosi epatica, la cardiomiopatia, l'encefalopatia, la polineuropatia e la demenza ed è la prima causa di incidenti stradali.
Per moderato consumo si intende un bicchiere di vino a pranzo ed uno a cena. Salute!


Bibliografia

Mol. Nutr. Food Res. 2013, 57, 48–57
Possible effects of dietary polyphenols on sugar absorption and digestion
Gary Williamson

Nutrients 2012, 4, 759-781
Wine, Beer, Alcohol and Polyphenols on Cardiovascular Disease and Cancer
Sara Arranz 

Am J Clin Nutr 2012;95:1323–34
Influence of red wine polyphenols and ethanol on the gut microbiota ecology and biochemical biomarkers
Marı ́a Isabel Queipo-Ortun ̃o et al

Cardiology Research and Practice Volume 2011, Article ID 820457
Efficacy of Dietary Behavior Modification for Preserving Cardiovascular Health and Longevity
Moira McAllister Pryde and William Bernard Kannel

Nessun commento:

Posta un commento